
LA CONDIZIONE DELL’ESSERE UMANO …
La condizione dell’essere umano contro l’improbabilità che gli obiettivi diventino realtà in futuro.
“Se potessi, allora lo farei / allora potrei” era un’espressione piuttosto comune per la mia generazione. Era l’epoca delle speranze e dei sogni illimitati. Era un’epoca in cui si potevano seguire semplici formule (di … filosofia, scuola, laurea, lavoro a tempo indeterminato, matrimonio, Chiesa ecc.) e si aveva la certezza che le proprie aspettative sarebbero state soddisfatte e realizzate. O almeno così pensavamo.
Oggi sembra chiaro che la formula, il sistema, il modo di pensare, i processi e gli obiettivi abbiamo tutti dei difetti… e che il futuro del mondo e dell’individuo sia tutt’altro che certo. I giovani di oggi vivono in un mondo diverso, forse un mondo privo di permanenza e indifferente ai sistemi dei valori della mia generazione e di quelle precedenti.
Li capisco. Come “hippie originale” negli Stati Uniti, ho apprezzato gli approcci radicali al dissenso e ho abbracciato le applicazioni pratiche dell’apprendimento universitario superiore tradotto in culture e dilemmi della vita reale. Avevo sia l’istruzione che gli obiettivi e i mezzi per raggiungerli.
I giovani di oggi si trovano di fronte a un futuro diverso, in un pianeta morente dove la sopravvivenza quotidiana è ancora meno certa rispetto all’epoca della guerra fredda e della minaccia nucleare. La sperimentazione della mia generazione delle droghe, come mezzo per espandere la coscienza rispetto a prima, ci sono lasciato il posto all’uso di droghe e alcol come mezzo per ignorare la realtà sensate. Oggi ci sono più regole senza senso di prima, tutte basate sul denaro e sull’economia. Ciò che non è proibito sarà presto richiesto. Le proteste di piazza non sono più efficaci o politicamente corrette.
È necessario un cambiamento sociale di base, più che mai. Come cambierà il nostro mondo e la nostra coscienza mondiale questa nuova generazione? La mia generazione di ex-Hippy attende la risposta.
MENTRE ASPETTIAMO.
Pazientemente – in piedi,
disperati di credere in Dio,
nella giustizia e nell’umanità.
Ripetutamente – soffriamo
la nostra stessa ignoranza
e immobilità.
Ammirevolmente – diventiamo martiri,
e cerchiamo di alleviare il nostro dolore
con la santità e la riflessione.
Inevitabilmente ci vendichiamo,
con le stesse tattiche
dei nostri aggressori.
È – ci vergogniamo
di tutti coloro che pensavano
fossimo straordinari.
Spesso, ci aspettiamo
che sia il mondo a riconoscere
le loro critiche errate.
Ironia della sorte:
non impariamo nulla,
e non dimentichiamo o perdoniamo.
- Adam Donaldson Powell

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