Uno sguardo al Rinascimento italiano: il business dell’arte e dell’acquisto di status nel Regno di Dio.

Ritorno: a quei giorni d’oro e gloriosi.

Il Rinascimento era proprio quello che il medico aveva prescritto: per l’Italia, per l’economia, per la Chiesa, per i mercanti e i ricchi, per gli artigiani … e per il romano classico, che sogna sempre i tempi d’oro di un tempo. Come ai tempi gloriosi dell’impero, si costruivano di nuovo stupefacenti meraviglie architettoniche e scultoree. Ma questa volta non c’era un imperatore egocentrico dietro di loro, bensì la Chiesa e i ricchi sfondati. La Chiesa non si accontentava solo di nuovi edifici stravaganti. I palazzi e le piazze dovevano essere riempiti con una statuaria da capogiro e altre opere di propaganda religiosa, ovvero dipinti commissionati ai migliori artigiani contemporanei. Queste opere venivano pagate con le elemosine raccolte dalla Chiesa e con le ingenti donazioni di ricchi mecenati. A loro volta, questi mecenati e alcuni dipendenti della Chiesa e del Vaticano venivano “ricompensati” con la collocazione delle loro immagini in scene religiose. Hanno letteralmente comprato il loro posto nella gerarchia immediatamente al di sotto di Dio. (Alla faccia dei miti e degli umili che hanno l’ingresso più facile nel Regno di Dio). Il Vaticano accumulò un tesoro d’arte di valore inestimabile e accrebbe il proprio status e la propria base di potere, così come i ricchi mecenati. Ma anche gli artigiani cominciarono a fare soldi e, grazie all’avvento del Naturalismo, vennero chiamati Artisti, alcuni dei quali guadagnarono enormi ricchezze e status. La Chiesa non sembrava opporsi a questa ipocrisia blasfema guidata dal denaro e dalla fama. Finché non arrivò Lutero.

La competizione per (e tra) gli artisti più rinomati diede vita a molti intrighi e schermaglie, oltre che ad alcune sorprendenti opere d’arte sia in ambito pubblico che privato. Ma per quanto belli siano gli edifici, le sculture e i dipinti, si tratta pur sempre di propaganda religiosa e di simboli di ricchezza e potere. Troppo pochi visitatori di chiese e musei si soffermano a contemplare la vera storia (politica, sociale, ed economica) che sta dietro a queste magnifiche opere.

I primi Greci e Romani documentarono la loro grandiosità nell’arte e nella letteratura. Ma alla fine la Chiesa è diventata un primus modus nel controllo di come si percepisce il mondo e Dio attraverso gli occhi dei racconti, delle immagini e dell’ideologia cristiana e cattolica. La Chiesa e i ricchi lavoravano insieme (un po’ come la Chiesa e la mafia nella storia recente) per creare una realtà che era in gran parte indiscussa per paura delle persecuzioni e della morte se si era non credenti o sleali. Durante il Rinascimento gli artigiani divennero artisti e l’arte con temi religiosi forniva agli artisti lavoro, ricchezza e fama. I loro committenti erano la Chiesa e i ricchi mecenati che spesso si facevano dipingere in quadri religiosi. La Chiesa non lo considerava un sacrilegio e molti ecclesiastici facevano adornare le loro immagini in queste opere. Era un accordo perfetto: La Chiesa cementava la sua presa sulla società attraverso la propaganda religiosa, i ricchi acquisivano notorietà come persone vicine a Dio e alcuni artisti traevano un buon guadagno da questa farsa.

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